Legacoop Fvg: “Accelerare il percorso culturale delle cooperative verso la sostenibilità”

Oltre 30 anni di storia, impegnata in 4 regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige/Südtirol e Lombardia), 1900 lavoratori, oltre 29.000 beneficiari dei servizi, 737,6 ton CO2 di emissioni, oltre 21.000 kWh di energia prodotta da impianti fotovoltaici, 100% di rifiuti recuperati, 172 corsi di formazione professionalizzanti, 83% dell’organico composto da donne, sistema SSL conforme a ISO 45001, 24 temi materiali di cui 9 Env, 11 Soc e 4 Gov). Sono soltanto alcuni dei numeri del primo Bilancio di sostenibilità (2022) della Cooperativa sociale Itaca evidenziati dal presidente Paolo Castagna (martedì 26 marzo) a Palazzo Montereale Mantica di Pordenone, sede della CCIAA di Pordenone-Udine, all’interno dell’evento “Rendicontare per il futuro. Il bilancio di sostenibilità: esperienze cooperative e nuove sfide per accompagnare il cambiamento”.

Promosso da CCIAA Pordenone-Udine, Legacoop Friuli Venezia Giulia e Itaca, l’appuntamento aveva l’obiettivo di presentare lo strumento del bilancio di sostenibilità nella sua accezione di strumento per accompagnare, trasformare e far evolvere le imprese, anche del terzo settore, verso una concreta cultura della sostenibilità.

Cooperazione è eccellenza del territorio

“Ho sempre avuto una grande considerazione del movimento cooperativo – ha esordito nel suo intervento di saluto Michelangelo Agrusti, vicepresidente della CCIAA di Pordenone-Udine -. Sebbene spesso le cooperative siano state accusate di agire fuori dalle regole di mercato, la cooperazione è impresa, è qualcosa di speciale e diverso. L’esperienza cooperativa nasce nelle nostre comunità da persone povere che decidevano di mettersi assieme, ne sono nate esperienze straordinarie anche nella nostra regione, realtà capaci di stare sul mercato in tutti i settori e che hanno creato reddito per migliaia di famiglie. Le cooperative sociali stesse si sono dimostrate delle eccellenze del territorio, straordinariamente efficaci ed efficienti e con un forte legame etico”.

Lavoro è crescita dell’essere umano

Dopo aver portato il saluto del sindaco Alessandro Ciriani, la consigliera Paola De Giorgi del Comune di Pordenone ha evidenziato che “la sostenibilità è un tema di grande attualità sconosciuto ai più”, ma non per questo meno importante. “Il bilancio di sostenibilità chiede di guardare alle attività delle imprese non solo in termini finanziari” ma di andare oltre, verso un “ritorno ad un umanesimo integrale, dove l’uomo è chiamato a prendersi cura di tutto il creato dal punto di vista del lavoro, che va inteso non solo come crescita delle imprese, ma dell’essere umano in senso più ampio”.

Legacoop FVG: accelerare il percorso culturale delle nostre cooperative verso la sostenibilità

“Che cosa possiamo fare di più come movimento cooperativo, al di là degli adempimenti importanti come il bilancio di sostenibilità, per promuovere e stimolare una cultura della sostenibilità affinché diventi sempre più diffusa?”. È partito da qui l’intervento di Michela Vogrig, presidente di Legacoop Fvg, che ha sottolineato come “la sostenibilità debba permeare tutte le organizzazioni, diffondendosi e coinvolgendo i territori. L’economia sociale rappresenta un modello di sviluppo economico non estrattivo, che è per sua natura inclusivo e democratico, e del quale il movimento cooperativo è parte. Dobbiamo guardare non solo agli aspetti ambientali, ma anche all’equità redistributiva, così come alla qualità del lavoro.
Come Legacoop Fvg intendiamo sostenere ed accompagnare questi processi a partire dalle nostre cooperative e ponendo attenzione a tutta la filiera. Il movimento cooperativo ha una grande responsabilità che ci impegna ad essere consapevoli coerenti e credibili”.

Green Deal europeo: il quadro normativo di riferimento

Il prof. Alain Devalle, professore ordinario Università degli Studi di Torino, Scuola di Management ed Economia, è intervenuto su “Il bilancio di sostenibilità. Importanza dell’informativa e nuovo quadro normativo di riferimento”, evidenziando come i temi innovativi rappresentati dal bilancio di sostenibilità si trovino in un quadro normativo in divenire. “L’impresa esiste per soddisfare dei bisogni e deve raggiungere determinate performance in termini finanziari, le imprese cooperative hanno dalla loro la sensibilità relativa al come realizzare le performance, non solo gli aspetti finanziari”. Ma “l’impresa non produce solo numeri, nella sostenibilità rientrano specifici aspetti quali il rispetto dell’ambiente (Env), gli aspetti sociali (Soc) e la governance (Gov).
Il quadro di riferimento europeo è quello del Green Deal, un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l’UE sulla strada di una transizione verde, con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In quest’ottica “le imprese dovranno rendicontare informazioni sulla sostenibilità in termini di informazioni di bilancio da inserire nella rendicontazione sulla gestione”.
Rispetto all’obbligatorietà della rendicontazione societaria di sostenibilità, Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD, è vero che si richiede alle imprese la raccolta di informazioni anche sugli aspetti sociali e di governance, ma la componente ambientale è fondamentale in qualunque ambito di attività”. In buona sostanza sostenibilità non deve essere un obbligo “ma un paradigma dell’impresa che voglia restare sul mercato in un’ottica di crescita”.

Il trait d’union tra bilancio di sostenibilità, bilancio d’esercizio e bilancio sociale

Il prof. Maurizio Cisi, professore ordinario Università degli Studi di Torino, Scuola di Management ed Economia, nel suo intervento “Il bilancio di sostenibilità delle cooperative sociali” ha ricordato come il percorso di sostenibilità di Itaca – che ha raggiunto un primo obiettivo con il primo esercizio volontario di rendicontazione del bilancio di sostenibilità – in realtà sia iniziato anni addietro già con il bilancio sociale, “ottimo strumento che le cooperative sociali, e gli enti del terzo settore più in generale, utilizzano come mezzo di sensibilizzazione e presa di coscienza”.
Se il bilancio sociale rendiconta quel che un’impresa fa, il bilancio di sostenibilità sposta l’accento sui rischi di un’impresa nel fare quel che fa, ad esempio “come l’impresa incide sui cambiamenti climatici, come pensa di adottare la propria strategia per allinearsi alla transizione verso un’economia sostenibile”. I servizi di Itaca, per fare un altro esempio, “si basano sullo spostamento delle persone in auto, siamo consci di quanto emettiamo ogni giorno?”.
Cambiamento climatico, inquinamento, economia circolare, forza lavoro propria sono altri elementi di cui dovrebbe tenere conto una governance attenta alla sostenibilità, verso un percorso che in futuro porti ad un bilancio integrato cooperativo di sostenibilità.

Itaca: una traiettoria di transizione verso una maggiore sostenibilità

“Per noi principi e valori sono bussole ideali – ha sottolineato il presidente di Itaca, Paolo Castagna -, che orientano il nostro essere e il nostro fare da sempre. Crediamo nell’importanza di beni comuni dal valore inestimabile come la qualità delle relazioni, la cura dell’ambiente, l’attenzione al benessere collettivo e alla diffusione della cultura della sostenibilità”.
“Il bilancio di sostenibilità esclude l’autoreferenzialità e impone la necessità di adeguarsi agli standard europei. La nostra è un’impresa sociale fortemente ancorata al territorio e impegnata nella tutela dei beneficiari dei nostri servizi, lavoratori e stakeholders. In quest’ottica, il bilancio di sostenibilità, il primo nella nostra storia ultratrentennale, misura l’impatto di Itaca sul territorio”.
La politica della sostenibilità di Itaca si concentra su acquisti sostenibili e circolari, gestione dei consumi energetici, uso sostenibile delle risorse idriche, controllo e riduzione delle emissioni di gas serra, monitoraggio dei parametri ambientali delle strutture, gestione responsabile dei rifiuti, formazione e sensibilizzazione ambientale degli operatori, ottimizzazione commuting, cultura del riutilizzo.
“Nel 2023 abbiamo avviato un confronto interno sui temi di sostenibilità per comprendere il nostro posizionamento rispetto alle tematiche ESG – impatto ambientale, sociale, di governance – per valutare eventuali margini di miglioramento e definire una traiettoria di transizione verso una maggiore sostenibilità”.
Tra le tappe fondamentali la conclusione a fine 2023 del percorso relativo all’Obiettivo 5 “Parità di Genere”, uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che 193 Paesi membri delle Nazione Unite si sono impegnati a realizzare entro il 2030. Obiettivo raggiunto da Itaca lo scorso 14 dicembre con il rilascio della certificazione di genere UNI PdR 125:2022 da parte dell’ente Uniter.

Il Bilancio come lettura integrata della sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità è un “punto di partenza” e oggi un soggetto come Itaca “può fare la differenza”. Diverse le suggestioni presentate da Anna Fasano, presidente di Banca Etica, a partire dal mettere al centro dell’agito di una cooperativa sociale l’essere umano, “agiamo il nostro ruolo di cura, non di dominio, in questo senso i numeri acquisiscono sapore diverso”; per poi focalizzare l’attenzione sulle “aziende che con il loro agire portano ad azioni, ad esempio, in linea con l’attenzione verso l’ambiente in merito all’Agenda 2030”.
Il bilancio di sostenibilità deve essere “strumento per stimolare i soggetti pubblici e istituzionali per co-costruire, co-progettare, stare insieme ai tavoli, in un percorso di amministrazione condivisa”. E poi c’è la mutualità, aspetto fondante della cooperazione sociale, in questo “la governance ha un ruolo centrale” in direzione di un neo mutualismo rivoluzionario e innovativo. E ancora l’impatto sociale ed ambientale.
“Il bilancio di sostenibilità rendiconta, ma deve essere strumento ed elemento centrale per programmare” un percorso più ampio, tanto che, per tornare alla mutualità, gli stessi lavoratori dovrebbero essere “testimonial della sostenibilità” dell’impresa. In questa prospettiva “Itaca ha un ruolo importante, legato alla capacità di stare su piani diversi del sistema Paese, per portare avanti istanze per tutto il mondo cooperativo”.

Sostenibilità e valorizzazione d’impatto

Sabrina Marcuzzo, direttore commerciale del Terzo settore di Intesa Sanpaolo, ha evidenziato come “la sostenibilità sia una responsabilità nei confronti della comunità”, un esempio è la trasformazione dei modelli di business che non mettono più al centro solo il profitto, ma anche l’impatto generativo sul territorio. O ancora l’attenzione alle filiere produttive, la valutazione di chi sono i fornitori e come si comportano. Come Intesa Sanpaolo, ad esempio, in quest’ottica “abbiamo definito uno strumento che valuta l’impatto generato dai progetti che finanziamo”.
In estrema sintesi è stata poi presentata la cassetta degli attrezzi che la Direzione Impact di Intesa San Paolo mette a disposizione, ed anche l’importante entità economica di cui si compone.

Il bilancio di sostenibilità mi ha fatto scoprire un’altra Itaca

“Conosco Itaca dalla sua costituzione nel lontano 1992 e pensavo di averne una conoscenza più che approfondita, frutto di oltre trent’anni di incontri, consigli di amministrazione, assemblee – ha concluso Renato Cinelli, dottore commercialista Studio Ciganotto Cinelli Salvato Pisani -. Ma dalla lettura attenta del bilancio di sostenibilità ho capito che non è così. Il bilancio di sostenibilità di Itaca è un documento di rendicontazione che consente di scoprire informazioni e caratteristiche sovente poco conosciute. Le informative non finanziarie, in questo senso, sono talmente significative che il presidente del Collegio dei Sindaci di Itaca ha chiosato con uno stimolo, proporre agli stakeholder, nella fase di predisposizione di bandi o appalti relativi a servizi sociosanitari, di inserire alcuni spunti tratti proprio dalle informazioni reperibili dal bilancio di sostenibilità.