Legacoop > LEGACOOPTURISMO – Tra Briganti e Cavalieri cresce il turismo di comunità

Roma, 17 marzo 2014 – Da una parte l’attenzione alla sostenibilità e il bisogno di esperienze autentiche, dunque la necessità di spendere in modo diverso Dall’altra la crisi, e quindi la necessità di spendere meno. Questi due elementi – tra loro così distanti – stanno spingendo insieme il decollo del turismo di comunità, un’attività in cui l’intera popolazione ha la possibilità di partecipare all’attività di accoglienza e di ospitalità. E che può aiutare a rivitalizzare anche aree dimenticate e in declino.

Esperienze in questa direzione stanno nascendo in tutta Italia, dalla Calabria alla Lombardia, con la cooperativa L’Innesto. Ma le due esperienze cooperative più conosciute sono quelle dei Briganti di Cerreto – dove sta per decollare anche un “Centro di formazione e di ricerca sul turismo di comunità” – e della Valle dei Cavalieri, entrambe nell’Appennino reggiano ed entrambe aderenti sia a Legacoop sia a Confcooperative. Esperienze, dunque, capaci anche di sostenere il cammino verso ACI Turismo.

La cooperativa I Briganti del Cerreto è nata nel 2003 e, dal 2004, è stata la prima realtà in Italia a promuovere il turismo di comunità. “Siamo partiti – racconta Renato Farina – ristrutturando il vecchio asilo parrocchiale per accogliere soprattutto gruppi”. La possibilità di dare alloggio a singoli e famiglie è cresciuta con l’ingresso nella rete di appartamenti o, tre anni fa, di un mulino del ‘400 con 10 posti letto. “In paese gestiamo anche un rifugio escursionistico, con la possibilità di mettere a tavola 30 persone”.

Attorno alla ricettività sono nate numerose attività di accompagnamento, dal nordic walking allo sci di fondo, con noleggio di mountain bike o ciaspole d’inverno. E la crescita continua: “Quest’anno – spiega Farina – apriremo due nuove strutture in paese, nate dalla ristrutturazione di un vecchio fienile e di un essiccatoio per le castagne”. Anche i riconoscimenti non mancano: “Siamo stati inseriti – racconta – tra le 20 esperienze che l’Unione Europea indica come modello per il turismo di comunità”.
E tutto ciò farà scuola: “Anche oggi – prosegue Farina – avevamo qui 15 persone di Bologna, salite per fare formazione. È un’attività che svolgiamo da tempo. Cerreto ormai è un laboratorio a cielo aperto: cerchiamo soluzioni, le mettiamo alla prova, impariamo dall’esperienza”. Nasce così l’idea di un Centro di formazione vero e proprio, che lavorerà sul turismo di comunità e più in generale sulla valorizzazione delle aree interne del nostro Paese, quelle finora dimenticate dai grandi flussi.

A pochi chilometri da Cerreto c’è Succiso. Nel primo dopoguerra contava mille abitanti, oggi d’inverno le persone che restano 7 giorni su 7 in paese sono una settantina. C’erano sei bar, ne era rimasto uno solo gestito da una coppia di ottantenni. Chiusa la scuola, chiusi i negozi. Da questo contesto nasce la cooperativa Valle dei Cavalieri, nel febbraio del ’91. Forse la prima cooperativa di comunità. Partita con 9 soci, oggi ne ha 33, con 7 dipendenti, 5 a tempo pieno e 2 part time, cui si aggiungono 4-5 stagionali. E fin dal ’94 ha avviato un’attività nel campo del turismo.

“Siamo partiti – racconta Oreste Torri – ristrutturando la scuola chiusa dall’85 e aprendovi un minimarket e un bar. Poi tre anni dopo è arrivato il ristorante”. Dal ’98 la cooperativa ha avviato anche l’allevamento delle pecore: oggi sono 250 e producono 60 quintali di pecorino e 8 di ricotta all’anno. “Dal 2000 abbiamo iniziato anche la ricettività, con 6 camere che possono ospitare fino a 18-20 persone”. D’estate sono sempre piene, d’inverno solo nei fine settimana. Tranne un periodo tra febbraio e marzo quando, insieme al Parco, si organizza Nevenatura: una settimana per le classi che aderiscono in cui si fa lezione in montagna, al mattino teoria, al pomeriggio sul campo. (foto © Gaia Levi)