Legacoop > “Imprese sociali, con l’emendamento Bobba via la dicotomia tra market e non market”

Roma, 14 febbraio 2014 – Che impatto avrà l’emendamento firmato dall’onorevole Luigi Bobba per il futuro dell’impresa sociale? Ne ragiona Paolo Venturi, direttore Aiccon (Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit), il centro studi promosso dall’Università di Bologna in un’intervista su Eticanews.
Un tema importante, innanzitutto perché “non esiste niente, oggi, in Italia – spiega Venturi – che abbia un potenziale paragonabile a quello dell’impresa sociale”. “È un settore – prosegue – che, anche alla luce degli ultimi dati, presenta una densità e un’accumulazione crescente di giovani e di competenze, specie nelle imprese sociali di nuova costituzione. Quindi sono molto fiducioso. Ma strumenti e leve per coltivare questo capitale umano non possono essere quelli di una volta: occorre ad esempio cambiare la logica delle reti, passando da reti, diciamo, di rappresentanza o identitarie, a reti per l’innovazione e l’imprenditorialità”.
Con l’emendamento sembra che la ‘nuova’ impresa sociale sia ormai sulla rampa di lancio. “Semplificando – racconta Venturi – gli approcci al tema sull’impresa sociale sono due: uno minimalista, che riduce l’impatto della legge sull’impresa sociale al perimetro, diciamo, delle organizzazioni non profit, della cooperazione sociale; e uno più ampio, ed è quello che sposo, secondo cui questa è una possibilità che abbiamo di impattare fortemente su tre grandi aree”, ovvero non profit, profit e Pubblica amministrazione.
“Partiamo dal non profit – spiega il direttore di Aiccon – se si dice, come prevede l’emendamento Bobba, che le organizzazioni non profit che ne hanno i requisiti non hanno la facoltà ma l’obbligo di qualificarsi come imprese sociali, si rompe la dicotomia tra market e non market. Tutte le realtà del non profit produttivo che sono di fatto imprese sociali, dunque, diventano consapevolmente e formalmente impresa sociale. Ed entrano in una logica di produzione diversa”.

 

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