La cooperazione alla sfida della trasformazione energetica

“Energia. La grande trasformazione”. È questo il titolo del volume di Valeria Termini, edito da Laterza, che sarà presentato venerdì 12 febbraio, alle 17.30, con una tavola rotonda live che sarà coordinata da Gianluigi Granero di Coopfond e che vedrà la partecipazione del presidente di CPL Concordia Paolo Barbieri, di Sara Capuzzo presidente della cooperativa ènostra, del fondatore di Illumia Francesco Bernardi e del presidente di Legacoop e Coopfond Mauro Lusetti.

“Questa trasformazione – spiega Mauro Lusetti nell’intervista che introduce la presentazione di venerdì – costituisce una grande opportunità per il movimento cooperativo che può in questo processo dispiegare tutto il suo valore, ma anche una grande responsabilità perché da noi potranno dipendere parte degli esiti, come sempre non scontati”. Lo è per la consonanza di valori, per il Dna che da 170 anni è incline all’innovazione ma ancor più per la forza di alcune esperienze in atto nel perimetro cooperativo.

Presidente, le caratteristiche della grande trasformazione che (anche) il settore dell’energia sta vivendo mettono in crisi i valori su cui si basa la cooperazione o viceversa trovano qui terreno fertile?

I valori cooperativi sono massimamente coerenti con la transizione energetica in atto. Due esempi tra i tanti possibili. Questo processo porta alla democratizzazione della filiera: i cittadini produttori e consumatori, attraverso le comunità energetiche, costituite non a caso in forma cooperativa, contribuiscono e sempre più contribuiranno alla “biodiversità” del sistema economico e all’accelerazione nell’utilizzo di risorse rinnovabili. In secondo luogo, forse per la prima volta nella storia, ci troviamo di fronte a processi di innovazione tecnologica e di sviluppo che non entrano in conflitto con l’ambiente e la salute. Un fattore cruciale per chi, come il movimento cooperativo, ha nella centralità della persona e nel valore del rapporto con la comunità e il territorio un elemento costitutivo.

Una grande opportunità per il movimento cooperativo che può in questo processo dispiegare tutto il suo valore, ma anche una grande responsabilità perché da noi potranno dipendere parte degli esiti, come sempre non scontati.

La cooperazione è presente in quasi tutti i settori: dal suo osservatorio quali sono quelli che vengono maggiormente coinvolti da questa trasformazione? In particolare qual è il settore che viene maggiormente scosso nelle proprie abitudini, che vive i rischi maggiori e quale viceversa quello per cui si aprono le opportunità più interessanti?

Nelle transizioni i rischi sono soprattutto per quei settori o quelle singole imprese che cercano di resistervi e non innovare. Non mi pare che questo sia il rischio che generalmente corre il movimento cooperativo, consapevole della posta in gioco e impegnato su questa frontiera. Difficile individuare un settore che possa dirsi escluso da un processo così pervasivo, mentre opportunità particolarmente importanti ci sono nella cooperazione di utenza che può essere lo strumento di autorganizzazione dei cittadini e di innovazione nella risposa ai loro bisogni, a partire da quelli abitativi, ma opportunità ci sono sia nella cooperazione industriale sia di servizi. Insomma questa è una sfida da cui nessuno può chiamarsi fuori, ma che può vederci protagonisti di processi “win win” su più fronti.

La sostenibilità è un fronte decisivo anche sul versante dell’energia: a che punto è la cooperazione con questa sfida? Cosa sta facendo per interpretarla al meglio, per cogliere le opportunità che ‘nasconde’?

In tutti i settori energivori da tempo è in atto, con ingenti investimenti, un percorso di ricerca di risparmio energetico, ma anche di autoproduzione da fonti rinnovabili. Come sempre molto si può ancora fare ma la strada intrapresa è quella giusta e penso che assisteremo a forti accelerazioni anche in questo campo.

Solitamente si ha un’immagine della cooperazione come di un comparto magari resiliente ma un po’ ‘seduto’, non particolarmente innovativo. In ambito energetico può farmi un esempio capace di ribaltare o almeno mettere in crisi questo luogo comune?

Anche se questa fosse la percezione, non credo sia la realtà. Le faccio due esempi: i processi di ricerca che CPL Concordia sta facendo nell’utilizzo dell’idrogeno e l’esperienza di è nostra, che produce e distribuisce energia prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili. Insomma stiamo innovando e lo facciamo a più livelli ed in tutti i settori, penso ad esempio alla logistica dove tante cooperative stanno operando per rendere sempre più sostenibile la propria attività. Succede perché innovare è nel nostro Dna. Le cooperative nei loro 170 anni di storia hanno “inventato” mercati, rivoluzionato filiere produttive combinando in modo diverso fattori noti (appunto innovando), a partire dalla cooperativa di consumo cui si fa risalire la nascita del movimento stesso, I Probi Pionieri di Rochdale: seppur dandone un’interpretazione riduttiva potremmo dire che 170 anni fa nasce con essa la GDO. Ancora: la ricca presenza nella filiera agricola ne ha significativamente segnato cruciali passaggi e innovato i processi, e con la cooperazione sociale si è di fatto inventato un settore di “mercato” che non esisteva. Abbiamo sempre abitato la frontiera. Anche sul fronte energetico stiamo continuando a farlo.