EDUCATORI VERSUS COVID: REINVENTARSI IN MODO INTERATTIVO CON LA SMART EDUCATION

L’emergenza Coronavirus, che ha impedito in modo repentino ed imprevedibile il lavoro educativo in presenza fisica al fianco dei bambini e ragazzi disabili e non, all’interno dei contesti scolastici ed extrascolastici, ha portato l’equipe della Cooperativa Itaca impegnata nei servizi educativi all’imprescindibile necessità di reinventare il proprio lavoro.

Fin dalla prima fase, il responsabile del Servizio sociale dell’Uti Sile e Meduna si è espresso nella raccomandazione di supportare le famiglie, i bambini e i ragazzi, garantendo sia la disponibilità di utilizzo di parte delle ore previste nei progetti individualizzati, ma anche il supporto del proprio staff per la messa a punto ed autorizzazione dei progetti.

Da subito ad alcuni educatori dell’equipe è venuto in mente di utilizzare la tecnologia, inizialmente per comunicare con le famiglie e dare un supporto emotivo, poi, via via con il perdurare della situazione di emergenza, diversi educatori hanno iniziato a predisporre dei progetti a distanza, più complessi e strutturati, in collaborazione con gli insegnanti, con i compagni di classe, creando così delle reti di supporto.

A questo punto per dare struttura a questa progettazione, la coordinatrice assieme alle cinque referenti di Gruppi di Pensiero (educatrici con compiti di conduzione di gruppi tematici) hanno deciso di costituire un team di lavoro, che è stato ampliato anche ad altri tre educatori con specifiche competenze, e che, tutti a titolo gratuito, si sono resi disponibili a mettersi in gioco per ripensare a modalità nuove di lavoro, nonché ad un supporto per gli altri educatori.

Il team ha così lavorato per delineare delle Linee Guida sulle modalità di attivazione di progetti a distanza con indicazioni sia relative ai contenuti educativi che agli strumenti tecnologici da utilizzare, proponendo un format di progetto da utilizzare per condividere con le assistenti sociali la progettualità pensata e per richiederne le ore necessarie.

Gli educatori del team si sono resi disponibili nel supportare i colleghi educatori nello stilare il progetto e in consulenze sull’utilizzo degli strumenti informatici idonei. Al fine di comprendere ed avere un quadro delle aree di criticità, il team ha ideato e predisposto un questionario compilato da tutti gli educatori, dal quale sono emerse delle tematiche (strumenti informatici, approcci con le famiglie, proposte di attività e strumenti educativi a distanza) che sono diventate oggetto di un percorso formativo rivolto a tutti gli educatori, coinvolti in un incontro in plenaria sulla piattaforma online Teams.

Il Servizio sociale dei Comuni – sono coinvolti Azzano Decimo, Chions, Fiume Veneto, Pasiano di Pordenone, Prata di Pordenone e Pravisdomini – ha accolto e sostenuto questa nuova modalità di progettazione, con la quale, anche con il supporto delle assistenti sociali, si sono raggiunte una novantina di famiglie che hanno dimostrato di aver apprezzato questo nuovo approccio educativo ed i cui pareri (raccolti nel mese di marzo attraverso una breve intervista) sono stati pubblicati in diverse Newsletter di Ambito Vivo e ripresi anche in un articolo del Gazzettino.
Abbiamo personalizzato lo smart working, calandolo su misura alle nostre specificità ed esigenze. La smart education ha costituito il nuovo canale per approcciarsi ai nostri servizi educativi, diventando modalità di lavoro innovativa e condivisa con i responsabili del Servizio Sociale, tanto da venire adottata, come opzione, per tutti i progetti educativi già attivi e nuovi per tutto il 2020.